Il principale errore che si commette quando si comunica qualcosa agli altri è quello di sottovalutare l’importanza della voce.
Il grande drammaturgo George Bernard Shaw affermava: “Col tono giusto, si può dire tutto. Col tono sbagliato, nulla. L’unica differenza consiste nel trovare il tono”.
Assumere maggior consapevolezza e controllo di questo elemento rende il modo di comunicare più persuasivo, carismatico e interessante. Una regola che vale anche a scuola, per gli insegnanti. La voce deve trasmettere prima di tutto emozioni, e solo dopo contenuti, ecco perché l’uso efficace della voce comprende, oltre al tono, la dinamicità. Se il volume di voce del docente è costantemente basso o costantemente troppo alto, se la parlata è eccessivamente lenta o troppo veloce, se manca di intensità tonale, o c'è un cattivo uso delle pause, la lezione può risultare inefficace poiché non tiene attenta la platea degli studenti e ovviamente non li appassiona. La voce del docente non dovrebbe mai essere statica, ma assumere una tonalità variabile, utilizzando tutte e tre le tipologie di toni - basso, medio, alto – in una sequenza possibilmente non ripetitiva e non prevedibile. In questo modo gli interventi saranno più modulati e gli studenti, di fronte ai cambiamenti di tono, manterranno sicuramente un livello di attenzione e di coinvolgimento più elevato. Ma anche le pause e i silenzi sono importanti nell’utilizzare dinamicamente la voce.
Diceva lo scrittore francese Frédéric Dard: ”Parlare è la peggiore forma di comunicazione. L’uomo non si esprime pienamente che attraverso i suoi silenzi”.
È infatti dimostrato che parlare senza mai fermarsi crea sempre e comunque nella platea un abbassamento di concentrazione. Le pause sono strategiche e possono essere utilizzate, unitamente a toni di voce bassi e lenti, per enfatizzare una parola od una frase all’interno del discorso.
Il tono della voce è quindi determinante nel definire l’impatto emotivo che si trasmette ad ogni interlocutore: ecco che la voce autorevole di un insegnante riprende un bambino, mentre lo stesso rimprovero con un tono di voce incerto non sortirà gli stessi effetti.
A cura della Dottoressa
Mariasandra Aicardi